Intervista ai “Muiravale Freetown”

Intervista ai “Muiravale Freetown”

CD omonimo in uscita il 18 Novembre 2013

muiravale

Allora, eccoci qua con i Muiravale Freetown. Sappiamo che questo nome vi lega particolarmente al vostro territorio. La prima domanda che RitmoInLevare vuole farvi è di spiegare ai lettori proprio il significato di “Muiravale Freetown”.

Muiravale è una piccolissima località Mozambicana dove ventun’anni fa morì, vittima della guerriglia, il medico missionario Alfredo Fiorini, nostro concittadino e per qualcuno di noi membro della famiglia. Una storia stupenda la sua, fatta di sacrificio e amore. Noi siamo solamente un gruppo di ragazzi che non ha dimenticato il suo sacrificio ed il suo amore per gli altri, per gli ultimi.

Continuiamo con la presentazione del gruppo, origini e sviluppo della band

E’ nato tutto più o meno per gioco. Hanno iniziato Toni e Babush, che avevano voglia di sperimentare cose nuove dopo una parentesi crossover e piano piano, tra gente che è arrivata e gente che è andata via, si è arrivati alla formazione attuale. Una formazione strana perché molti di noi, prima di questa esperienza, neppure sapevano cosa fosse il reggae. E questo, col senno di poi, è stato un bene perché ci ha consentito di ottenere un sound che pur essendo decisamente reggae, risulta comunque molto contaminato e particolare.

Prima di passare alla presentazione del CD che uscirà nei prossimi giorni, diciamo qualcosa anche sul singolo “Babylon Revolution”. Dal video, già pubblicato su RitmoInLevare.it, si vede una contrapposizione tra ciò che madre natura ha creato (il pesce, l’alba, il tramonto…) e quello che invece ha creato l’uomo (la pesca a livello industriale, il casale diroccato, i rifiuti abbandonati, l’inquinamento…) Secondo voi dove porterà la “Babylon Revolution”?

Più che dove porterà, la domanda importante è “quando comincerà la rivoluzione?”. La rivoluzione del pensiero umano. Oggi basiamo la nostra esistenza sullo sfruttamento delle risorse naturali come se non ci fosse un domani, pretendiamo tutto e subito, ci basiamo sulla politica del debito e dell’uomo che sfrutta l’uomo. Viviamo in una società che non riesce a superare la fase infantile dell’ “è mio” e del “ne voglio ancora”. La crisi ci riporterà con i piedi per terra. Finiranno gli sprechi, finirà lo sfruttamento. La sofferenza ti rende umile e sensibile e ti trasforma in Uomo, nel senso di essere dotato di umanità, di empatia verso il prossimo e verso ciò che lo circonda. Ci aspetta un nuovo giorno, un futuro bellissimo, un futuro equo.

Bene, è il momento tanto atteso di parlare del vostro primo cd ufficiale, (ricordiamo che nel 2010 è uscito un vostro EP). Titolo del cd, come è nato, chi è autore dei testi, se avete avuto qualche featuring. Insomma parlateci del vostro primo CD

Per il titolo abbiamo puntato sull’inflazionatissimo cliché discografico dell’album omonimo. Consci della scarsa originalità della scelta, per noi era comunque importante che questo album portasse il nostro nome, visto che né noi né questo disco sembravamo destinati a dover proseguire il nostro cammino a causa dello scioglimento del gruppo poco dopo l’inizio delle registrazioni. Alla luce della buona qualità di quel poco che eravamo riusciti a creare però, ci siamo guardati in faccia ed abbiamo convenuto che sarebbe stato stupido abbandonare sul più bello. Dalle ceneri dei Muiravale Freetown è quindi nato Muiravale Freetown. I testi sono tutti scritti da Babush, il nostro cantante, con la collaborazione di Toni e Mr. Uncleboss, rispettivamente batterista e bassita. Gli arrangiamenti sono invece un lavoro corale (e disumano, perché è difficilissimo mettere d’accordo otto cervelli!) che ha coinvolto l’intera band. Di featuring veri e propri non ce ne sono, ma si può dire che l’intero album sia “feat. Paolo Baldini”. Il suo lavoro va al di là di quello di un normale produttore artistico e la sua mano è chiaramente identificabile in ogni singolo pezzo, che però non viene mai stravolto nella sua identità. La bravura ed unicità di Paolo risiedono proprio in questo. Probabilmente senza il suo aiuto questo disco non sarebbe mai stato portato a termine e per questo ci sentiamo di ringraziarlo di cuore.

Sonorità presenti?

Come detto in precedenza, il background musicale dei membri della band è molto variegato ed è inevitabile che il suono ne risulti influenzato. Di conseguenza accanto a sonorità più “classiche” come roots, dub o rock steady, ci si ritrova ad ascoltare cose che uno non si aspetterebbe di trovare in un disco reggae. Alcuni brani rasentano il rap e l’R&B, in alcune frasi di fiati si è palesemente ammiccato alla tradizione mariachi, e siamo convinti che ascoltanto “No fallah dem” qualche metallaro ortodosso potrebbe addirittura accennare un sorrisetto compiaciuto…

Ci parlate un po’ più nello specifico dei brani Money Maker e Gangsta Fake?

La prima è una descrizione del classico arrampicatore sociale senza scrupoli, che sfrutta ogni situazione ed ogni persona che incontra per cercare di affermarsi nelle dinamiche dell’economia moderna. Di questi personaggi il panorama italiano ne è pieno: dalla Tv alla politica, ma anche nella musica, gentaccia di questo tipo non manca mai! Gangsta Fake invece è un’arringa contro quegli artisti che per attirare l’attenzione utilizzano lo stereotipo tutto americano del “gangsta”: gioielli, macchine costose, prostitute, droga, armi e quant’altro vengono proposti come cose fighe, cose “cool”. I suddetti personaggi dimenticano evidentemente di non essere nati nel ghetto, di non aver mai vissuto in situazioni di reale degrado, di non aver mai rischiato di prendersi una pallottola in petto solo per aver camminato sul lato sbagliato del marciapiede. La vita da gangster, che già di per se non sarebbe qualcosa da prendere esattamente ad esempio, in Italia è qualcosa che non ha ragione di esistere. Perché non puoi venirmi a parlare di degrado e di fughe dal ghetto se tuo padre è direttore di banca…

Per quando è prevista l’uscita e dove si potrà acquistare?

Il 18 novembre. Potrete trovare il nostro disco su tutte le piattaforme digitali e, naturalmente, al banchetto merch nei nostri concerti.

Ora una domanda d’obbligo. Si sa che il reggae viene considerato come una musica di nicchia. Come è la scena reggae a Terracina e nei dintorni? Riscontrate un certa partecipazione ai vostri live?

A Terracina la scena reggae siamo noi, nel senso che purtroppo non ci sono altri gruppi che al momento ci si dedichino. In compenso ci sono tantissime realtà non reggae che stanno emergendo (o quantomeno tentando di emergere…) dal vastissimo mare di cover/tribute band che caratterizza la nostra città. Fortunatamente la rappresentanza nelle zone limitrofe è invece ampia e di livello: Khora ‘n’ Papacalura, Verrospia, Easy Skankers e Taxi 109 sono solo alcuni dei nomi che da anni fanno ballare in levare il sud pontino.
Per quanto riguarda i live, la partecipazione ai concerti è generalmente numerosa,  caldissima e soprattutto in costante aumento, a dimostrazione che i pochi rappresentanti del movimento reggae della nostra zona e non solo, tanto male non stanno facendo…

A proposito di Live, farete un tour di presentazione ufficiale del cd? Dove possiamo venirvi ad ascoltare?

Al momento siamo ancora in fase organizzativa, ma le prospettive sono buone e probabilmente i prossimi mesi saranno piuttosto impegnati sotto questo punto di vista. Per ora l’unica data annunciata è lo show di apertura ai Mellow Mood il 14 dicembre all’Anxur Festival di Terracina… per una volta ci toccherà fare gli ospiti anche se giochiamo in casa!

Concludiamo l’intervista con un saluto agli amici di RitmoInLevare e con i vostri contatti.

Al momento, il modo più semplice per seguire le nostre vicende e per contattarci è tramite facebook. Vi basterà cercare “Muiravale Freetown”. A breve vedrà la luce anche il nostro sito che però è ancora in fase di costruzione…
Detto questo ringraziamo di cuore la redazione di RitmoInLevare, tutti coloro che ci seguono e, più in generale, tutti gli amanti di questo bellissimo genere musicale che è il reggae! ALL A WE!

(Servizio stampa RitmoInLevare)

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