Intervista a Cienfuego per il suo nuovo album “Dub Expedition”

 

“Dub Expedition”, il primo album di Cienfuego, figlio adottivo della musica Jamaicana
Uscirà il 20 Marzo in tutti gli stores digitali per Mediterranean Dub.

Il suo nome ricorda una delle personalità più influenti della rivoluzione cubana conosciuto anche come “Il Signore dell’Avanguardia”, parliamo di Cienfuego, l’artista classe 1991 che con il suo nuovo disco si prepara a portare un positivo contributo di grande qualità alla scena musicale.

Musicista, compositore e selector di musica reggae e dub, Cienfuego è nato a Napoli ed è di origini napoletane ma cresciuto a Parma ed emigrato a Londra a soli 22 anni.

Il primo album di Cienfuego, “Dub Expedition” in uscita il 20 Marzo, trasmette una miscela di sonorità mediterranee e caraibiche che riportano agli studi di registrazione di Kingston in una Jamaica di fine anni sessanta in cui le molle dei riverberi e i nastri dei delay davano vita al movimento della musica dub. Nel disco sono ospiti il “Grammy Nominated” Kumar (Jam) ex-leader dei Raging Fyah, Awa Fall stella della Black Music Italiana e Mistilla cantante della reggae band ‘’Earth Beat Movement’’ (Ita).

Viene spontaneo chiederti da dove provieni e che origini hanno le tue sonorità?

Sono nato a Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.
Mi sento Napoletano perché porto con me la forte tradizione legata alla mia terra natia e alla gran parte della famiglia che tutt’oggi vive li, ma sono cresciuto a Parma, città in cui i miei genitori emigrarono negli anni 80 e nella quale attualmente vivo.

A casa mia si è sempre ascoltata tanta musica: mio nonno era pianista, mio zio chitarrista e mio padre tecnico-elettricista appassionato di impianti audio. La gran parte dei miei ricordi di bambino si associano alle canzoni dei CD di mia madre: Pino Daniele, Fabrizio de Andrè, Bob Marley, Santana ed i grandi classici.
Credo che il mio sound e le mie sonorità siano un grande mix inconscio dei grooves e delle melodie di questi grandi maestri.

“Dub Expedition” racchiude uno sguardo al passato ed uno all’immediato, una spedizione nel tempo che giunge fino ad oggi con il sound che ha trovato la sua freschezza grazie alla collaborazione con il produttore pluripremiato Walter “Bonnot” Buonanno (Assalti Frontali, General Levy, Dead Prez), il quale ha creduto nel progetto tanto da rilasciare l’album sotto la neonata etichetta ‘’Mediterranean Dub’’ creata ad hoc dalla Bonnot Music per l’artista Napoletano.

Raccontami la storia di com’è nata la nuova etichetta Mediterranean Dub che sostiene il tuo progetto.

La ‘’Mediterranean Dub’’ è una branchia della Bonnot Music Label prettamente dedicata alle produzioni reggae e dub. L’idea, chiaramente, è partita dal produttore nonché proprietario della label: Walter ‘’Bonnot’’ Buonanno. Ho curato insieme a lui l’intera produzione del mio nuovo album, ‘’Dub Expedition’’, e durante le registrazioni mi ha proposto di far uscire il CD sotto la sua etichetta. Il ragionamento dietro la creazione di questa nuova piattaforma è dovuta al fatto che le produzioni di Bonnot sono conosciute nel mondo soprattutto per le sue esperienze legate alla scena Hip Hop (Assalti Frontali, M1 Dead Prez, Inoki..), e l’intenzione di creare una parentesi dedicata al mio genere lascia ben sperare per un futuro artistico ancora insieme.

Parliamo del tuo nuovo disco Dub Expedition e dell’esperienza con i grandi artisti che ti hanno supportato.

‘’Dub Expedition’’ è il mio primo album come produttore solista.
La fase di scrittura e di arrangiamento sono state svolte nel mio studio a Parma, mentre le registrazioni, la produzione, il mix ed il mastering sono stati fatti a Viareggio nello studio di Bonnot. Ho avuto la grande possibilità di condividere questo percorso con grandi artisti di fama internazionale: a partire da Bonnot che lavora tra l’Italia e New York, Kumar Bent dalla Jamaica, ex leader dei Ranging Fyah con alle spalle un singolo con alborosie, Awa Fall, ormai nota in tutta Europa per le sue doti artistiche e Mistilla, eccezionale artista ed amica con la quale ho girato anche il mio primo video l’estate scorsa.
Con ognuno di loro è stata un’esperienza esaltante, il feeling è stato sempre diretto ed immediato, e ne è la prova il fatto che ogni volta che mi hanno presentato le loro idee, ne sono sempre rimasto pienamente soddisfatto.
Infine ci tengo molto a nominare Nicolas de Francesco, bassista fenomenale oltre che amico fraterno, che ha suonato tutti i brani dell’Album e che ha seguito insieme a noi tutta la produzione in studio.

Parliamo di quali sono le tue fonti ispiratrici?

Le fonti alle quali mi sono ispirato sono state molto chiare e ben presenti nella mia testa ogni qualvolta ci siamo dedicati alla scelta degli strumenti, del sound da ottenere o alla scrittura dei brani. Si parte dalle origini: dalla musica di King Tubby passando per le sonorità dei Nucleus Roots dei quali sono un grandissimo fan. Sicuramente nomino Alborosie come esempio di dedizione alla reggae music e mentore assoluto in questo mio viaggio alla ricerca di una profondità sonora da affinare sempre più.
Mad Professor e Paolo Baldini sono invece quei personaggi dai quali prendo ispirazione costantemente soprattutto per la riproduzione e lo stile dei Live sets.
Infine, il più grande ‘’grazie’’, lo devo a quella che per me è una vera e propria trinità ispiratrice: Channel one, Jah Shaka e Aba Shanti, perché se oggi mi trovo a raccontare del mio primo Album Dub è grazie ai tre splendidi anni passati a Londra ad ascoltare le loro selezioni sui loro leggendari Sound Systems.

Restiamo quindi in attesa del tuo nuovo album, Dub Expedition, che uscirà a breve, il 20 Marzo, in un momento storico in cui il mondo sta attraversando il coronavirus e ci manda un messaggio chiaro: l’unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunità, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro. Un momento dove la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nello spazio virtuale, dandoci l’illusione della vicinanza, perché il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale. Al contrario l’influenza musicale e i nuovi progetti sonori diventano molto importanti nello stimolare energie per affrontare questo difficile momento.

Arianna Caracciolo


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