PAOLINHO – NEVER GIVE UP “VIDEO”

Paolinho bannerPAOLINHO – NEVER GIVE UP

(PROD DJ AFGHAN – SOULOVE RECORDS)

LSD Prod & Faya Burn Stereo shoting a spiritual sensation of one of the best italian soul singer called Paolinho, filmed in Ex Q (ex police station building) Sassari Sardinia, “Never Give up” big tune producing by dj Afghan. A stare bene 2014
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BIOGRAFIA
Paolino Secchi in arte “Paolinho”, uno dei membri fondatori e cantante dal 2004 al Gennaio 2014 dei Train To Roots, reggae band sarda. Paolinho nasce il giorno 01-12-1981 a Cabo Frio (Rio De Janeiro – Brasile), e fin dal primo momento la sua vita sembra segnata dalle “casualità” (che non lo sono mai, ma lo scoprirà più avanti). Adottato a pochi giorni di vita con il suo gemello da genitori sardi, vive la sua infanzia come qualunque altro bambino, ma con qualcosa che è sempre costante nelle sue giornate: la musica, (si dice che cantasse ancor prima d’imparare a parlare) canta qualunque cosa senta, in maniera del tutto naturale, ed ogni singola vibrazione delle corde vocali gli da un piacere indescrivibile, unico. Trascorre l’adolescenza a dedicarsi ad uno studio del tutto ossessivo per il canto, ed alla ricerca maniacale della musica dei gruppi e artisti che periodicamente lo colpiscono, ma non di certo con l’obiettivo di perfezionarsi e fare un giorno il cantante,ma per puro piacere, e per avere un idea di quelli che potevano essere i propri limiti. Cantare, cantare, cantare. Dai Queen ai Dire Straits, da Bob Marley a Stevie Wonder, dalla musica italiana degli anni 60′ (grandi scorpacciate grazie ai miei genitori) a Whitney Houston, Madonna, Mickael Jackson, Terence Trent D’arby (insomma, tutto ciò che passavano le radio quand’era in tenera età compresa ovviamente la musica italiana ed i cantautori al massimo degli albori in quei tempi (diciamo però che non tramonteranno mai) siai italiani che internazionali. Fa tutto questo però solo all’interno delle mura della sua stanza, perchè timidissimo, talmente tanto da non considerare minimamente neanche l’idea di cantare anche davanti ad una sola persona. difficilissimo per lui, se non impossibile (al tempo) lo fa fidandosi unicamente del suo “orecchio”, visto che è il suo unico spettatore. gli anni scorrono così (per quanto riguarda la musica), fino al 2003, quando in seguito ad alcuni significativi eventi che influenzano la sua vita tra i quali il trasferimento a Torino per amore, (dove vive per qualche mese con scarsi risultati per quanto riguarda l’ambientarsi in una grande città). Il ritorno in Sardegna, la successiva fine della storia, e l’avvicinamento alla Capoeira (stile di lotta e di danza nata in Brasile dagli schiavi importati dall’Angola): quei canti, quei movimenti, quei ritmi, quei suoni, avvicinano come mai era accaduto prima Paulinho alle sue origini, portandolo a provare sensazioni mai percepite prima,ma nello stesso primo istante in cui si presentano, ha la netta sensazione che siano cose che facevano parte di lui da sempre:solo non le aveva scoperte prima.è quello che lui chiama il richiamo delle radici: inizia a sentire la musica reggae diversamente da prima, in maniera più interiore, intima, quasi spirituale, ma con anche i piccoli dettagli e sfacettature “sonore”, e segue i pochi ma entusiasmanti concerti reggae in Sardegna e nella sua zona.entusiasmanti, perchè il reggae (insieme all’hip hop) è l’unico genere che gli consente di vincere la sua timidezza e lasciarsi andare al ballo. sente qualcosa di forte dentro, che rischia di farlo impazzire se non inizia ad esternare la sua passione per la musica, qualcosa di così forte da far si che la passione vinca sulla timidezza. E seguendo i concerti reggae che conosce Michele “Speedy Gonzales” Rum (percussioni), ed in seguito Antonio “Papantò” Leardi (Tastiere), Simone “Dr.Bass” Bardi (Basso), e Carletto De Cesaro (batteria), reduci da progetti Reggae/Ska precedenti, e con l’idea di formare una nuova band. è quello che lui stava cercando, e nel momento in cui più ne aveva bisogno. E’ l’inizio di quelli (con i successivi innesti di Stefano “Steve Man I” Manai e Giampaolo “Jambo” Bolelli alle chitarre, e per breve tempo 3 coriste) ci saranno nel tempo alcuni cambi nel ruolo di batterista, intramezzato nel 2005 dall’ingresso di un altro singer, Bujumannu, e nel 2009 di Rootsman I (altro singer), saranno i Train To Roots, band sarda che in seguito varcherà i confini della propria terra per calpestare i palchi di tutta italia ed oltre i confini nazionali quali Slovenia, Spagna, Germania, Ungheria … e con ottimi riscontri di pubblico dovunque, compresi festivals culto per quanto riguarda la reggae music e non solo, come il Rototom Sunsphash (tempio indiscusso per quanto riguarda l’europa, e tra i quali figurano come vincitori dell’Italian contest nel 2006), Il Soka Riversplash, il Positive Vibration, Castello Reggae,Positive River, Energetica Festival … e aperture dei concerti a gruppi e artisti quali Wailers, Africa Unite, Sud Sound System, Roy Paci & Aretuska … Con la band contribuisce a quatro album quasi interamente autoprodotti: l’omonimo Train To Roots (2006), Terra & Acqua (2009), Breathin’ Faya (2011) e Growing (2014). Sempre nel 2011, da febbraio a giugno, hanno fatto un tour in collaborazione con i Mellow Mood per celebrare il 30°Anniversario dalla scomparsa di Marley, con un grande successo che ha permesso ad entrambi i gruppi di portare lo spettacolo in giro per l’Italia, e con un mini-tour in Spagna, che ha toccato le città di Barcellona, Madrid, Valencia, Benicassim e Cartagena.
Dal 2008 al 2012 è impegnato in un progetto Soul/Funky con amici di lunga data, ed altri incontrati per mezzo del cammino musicale: The Soul Brothers. si tratta di un omaggio ad artisti del Calibro di Stevie Wonder, Marvin Gaye, Al Green …Nel Giugno del 2013 con gli altri due singers dei Train To Roots collabora con la Funky Jazz Orchestra di Berchidda al progetto ”Funky Train To Laber”, uno spettacolo nel quale venivano miscelati insieme alcuni brani del repertorio dei primissimi Train To Roots alle sonorità e alle ritmiche funk dell’orchestra berchiddese composta da venisette elementi(ventitre fiati). Dal Novembre 2013 è una costola del progetto “Quasi Trio” Unendosi al contrabbassista Edoardo Meledina e al chitarrista Alain Pattitoni, progetto che porta in giro un insieme di musica che va dal soul al funk, dal r&b al jazz, in un repertorio semi acustico. Alla fine del 2013 Paolinho e i Train (sotto la direzione del produttore Manuel Fusaroli) incidono Growing, album uscito nell’Aprile 2014, postumo all’addio del cantante alla band (Gennaio 2014) per dedicarsi ad una carriera da solista oltre che nel reggae nella black music a 360 gradi. In quello stesso periodo (Gennaio 2014) idea e conduce una trasmissione radiofonica Su Radionova Sorso ”Groove Time Machine”. Si tratta di un’approfondimento dedicato alle radici e alle evoluzioni di generi quali il gospel, blues, jazz, soul, funk, r&b attraverso i temi più disparati che li accomunano. E’ nel Maggio 2014 che si concretizza la collaborazione con Dj Afghan, produttore della Soulove Records che ha collaborato con artisti del calibro di Dennis Bovell, Skarra Mucci, General Levy, Laurel Aitken, Macka B, e molti altri con il quale incide alcune tracce di rara bellezza! di recente è uscito il primo singolo dal titolo ”Never Give Up”, le altre tune partiranno a breve! vanta collaborazioni come cantante anche in progetti) hip hop, soul, funk, folk/rock/.
Con l’etichetta Soulove Record sta preparando il suo primo album da solista, uscirà e prevista in autunno del 2014.

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INFO:
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mail: djafghan@gmail.com – fayaburnstereo@gmail.com