Sir Oliver Skardy – Ridi Paiasso!

skardycover paiassoSir Oliver Skardy – Ridi paiasso!

 

Planet Records – alma music PLT314EUROCD / distribuzione Artist First

Siamo di fronte al terzo disco da solista di SIR OLIVER SKARDY, ex leader e frontman dei Pitura Freska, reggae band che negli anni ’90 ha lasciato il segno per la qualità dei suoi brani e  per essere stata la prima band raggae italiana a salire sul palco del Festival di Sanremo con Papa Nero, hit che è rimasta nella memoria degli italiani.
La produzione del disco è affidata ad uno degli astri nascenti del reggae: il produttore artistico Paolo Baldini (Africa Unite, Mellow Mood, TARM). Dietro la voce dell’alfiere del reggae veneziano troviamo ancora i Fahrenheit 451 che lo accompagneranno anche nel tour che seguirà l’uscita del disco.
Per la prima volta, inoltre, SIR OLIVER SKARDY ospita nel suo disco tanti personaggi dal mondo della musica e dello spettacolo come ELIO, PAOLO BELLI, NATALINO BALASSO, NEVRUZ, MARCO “FURIO” FORIERI, FRANCESCO DUSE, VALERIO “VOLENO” SILVESTRI, LUCA MASSERONI e Mr. T-BONE.

Firulì firulà

Reggae con molto groove con soli di tromba di Valerio Silvestri (ex Pitura Freska) che emergono dal tappeto sonoro creato dal combo di Sir Oliver Skardy. Il testo è un’attenta denuncia dell’attuale situazione discografica italiana tra talent show e cantanti meteore. Paolo Belli entra e, contraddicendolo con molta ironia, invita Skardy a non essere sempre contro tutto e tutti e di cantare più spesso d’amore.
Europei
Niente di più attuale di questo reggae solare contro l’attuale situazione europea dove ritroviamo l’ex chitarrista dei Pitura Freska Francesco Duse che, per tutto il brano, duetta con Skardy. Natalino Balasso interviene descrivendo il malessere che si ha verso quell’Europa dei banchieri e dei controlli che professa europeismo ma pensa sempre al proprio tornaconto.

Edelweiss

Dub Poetry dal dente avvelenato che fa particolare riferimento ai recenti controlli della finanza nei luoghi di lusso con alto riscontro di evasione come Cortina, Courmayeur e Sanremo. Durante tutto il brano Skardy tira fuori le sue migliori qualità di cantante intonando delle inedite note basse ed affrontando tutto il pezzo con un mood quasi “cavernoso” alternato a ironici Jodel.

Rose e petardi

Proseguiamo sulla critica e la polemica contro lo status quo attuale con un reggae godibile dove Skardy ritrova Marco “Furio” Forieri degli Ska-J ed ex Pitura Freska. Le rime del brano, a favore delle droghe leggere, risuonano fortemente contro proibizionismo e perbenismo che spesso sono una maschera per difendere i propri interessi e alimentare traffici mafiosi.

Cinesi

Introdotto da Natalino Balasso, questo pezzo dancehall si scaglia contro l’attuale “modello cinese” che ci danneggia nella sua declinazione italiana. Interviene un Elio (delle Storie tese) dalle rime pungenti che canta in perfetto veneziano e che si mimetizza nello spirito del brano proprio come sanno fare i cinesi.  Nel finale si gioca con le barzellette degli anni 70/80 sui nomi cinesi.

Avido

Reggae classico, ritmato e con un lungo solo di chitarra finale di Francesco Duse su cui Skardy non le manda a dire a questa classe dirigente avida che si arricchisce senza badare alla povertà crescente tra la popolazione.

Festin

Skardy ci regala un reggae dal sound solare e pieno di “good vibration”. Il testo, al limite del goliardico, si riferisce ad una festa vera e propria a cui Skardy e i suoi amici hanno partecipato, alcuni degli episodi cantati (la pasta sui muri, oppure il bere senza pagare …) fanno proprio riferimento al vissuto del cantante. E’ un inno alla spensieratezza giovanile che fa fare anche tanti errori come descrive Baby (voce e sax dei Fahrenheit 451) nel suo intervento: tanto è ubriaco che cerca di intortare un manichino…

Ridi paiasso

Nel pezzo che dà nome al disco, Skardy parte in duetto con la sezione fiati per poi inanellare una serie di rime contro l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Con l’attuale situazione politica il pezzo suona ancora più attuale e il ritornello sembra essere in linea con i commenti tedeschi al risultato delle nostre elezioni.

Su la mona

Questo brano dancehall è ricco di groove ed è ispirato ad una poesia di Giorgio Baffo, poeta veneziano del Settecento, di cui la maggior parte delle poesie sono a sfondo erotico. Il riferimento è proprio a ciò che Courbet ha definito l’origine del mondo: la mona.

Ton tom

Un pezzo nayabinghi “indietro tutta” come nella migliore tradizione giamaicana con il cantato di Skardy che sembra emergere direttamente dalle terre africane. A garantire il groove una sezione ritmica d’eccezione con Paolo Baldini (Africa Unite) al basso, e Luca Masseroni (Tre Allegri Ragazzi Morti) alla batteria. Le rime si scagliano contro la classe dirigente corrotta ma citano anche scene di vita in tour, e le disavventure spesso provocate dall’uso dei navigatori, che ovviamente sono macchine e peccano di “buon senso”.

Tuto normal

In questo brano il reggae di Skardy si fonde con il rock. Ai Fahrenheit 451 si aggiungono  Le OssA, il gruppo di Nevruz Joku, che si integrano alla perfezione, garantendo quella fusione tra i due generi che da spazio ad un forte urlo contro l’apatia e i laissez-faire culturale.

Fiom Fiom

Questo reggae è interamente dedicato al sindacato dei metalmeccanici ed ospite virtuale e convitato di pietra è il segretario Maurizio Landini. Il testo è contro un certo stile di difendere i lavoratori e fa riferimento alle ultime contese sindacali con la Fiat dove una parte del sindacato ha isolato la F.I.O.M. – ultimo baluardo della costituzione.

Vita da star

In questo brano gli “stop and go” la fanno da padrone sulla strofa mentre il ritornello “tira indietro” sotto le rime di Skardy e l’intervento di Baby contro la pessima situazione della musica e del sistema culturale italiano.

Mamba nero

Singolo di anticipazione dell’album uscito nel 2012, dove si può vedere già la nuova vena tagliente dei testi di Skardy che in questo reggae sbeffeggia l’”italietta” dei giorni nostri pronta a far di tutto per trovarsi in compagnia delle belle donne. Insieme al brano è stato lanciato un videoclip: http://youtu.be/AHK7bAvgqpI

Sarde in saor

Il brano è apparso per la prima volta in Piragna in dub (alma music – 2011) ed è una canzone popolare veneziana che Skardy ha acquisito e elaborato.
Un inno al pesce e alla bontà del mangiarlo. Con una cena di pesce Skardy si innamora di una donna e si sposa, ma lei ricambia con una cena contadina e così lui divorzia e torna in mare a pescare….
Ospiti eccezionali: i Cantori di Burano, gruppo estemporaneo di anziani, per lo più pescatori o ex pescatori, con una grande passione per la musica lirica e per il canto, che si incontrano in osteria per intonare davanti ad un bicchiere di vino le canzoni popolari veneziane o si riuniscono in occasione delle feste.


Sir Oliver Skardy – Centro di gravità permanente

Sir Oliver Skardy con questo videoclip arricchisce di contenuti ed emozioni la sua personale interpretazione in reggae del famoso brano di Franco Battiato,

Il video, realizzato da Adolfo Zilli con le riprese di Massimiliano De Lazzari e girato nella Bisca della Ghenga Fuoriposto di Marghera, mostra Skardy in un’inedita versione animata come protagonista di un videogioco, che lo vede impegnato in diverse avventure che riprendono il significato del brano dai forti contenuti sociali e di critica all’attualità.

Questa personale versione di Centro di gravità permanente dà a Skardy la possibilità di esprimere la sua visione su un tema delicato come quello dell’immigrazione, reinterpretando il testo del brano con il suo linguaggio schietto e originale, che l’hanno reso noto al pubblico italiano.

No voio star su un Centro Temporaneo Permanente, par far da prigioniero parchè no go fatto niente: “Un giorno per caso – racconta Skardy – ho cominciato a cantare Centro di gravità permanente sopra una base musicale reggae; da qui, l’idea di esprimere la mia opinione sulla condizione umana a cui tutto il mondo sta assistendo da anni. Migliaia e migliaia di persone scappano da guerre provocate da politiche mirate all’economia finanziaria e non al miglioramento delle condizioni del proprio popolo o nazione. E mentre la gente muore, ai capi di stato e ai politici responsabili di tutto questo non viene detto nulla, non viene fatto nulla.”

Centro di gravità permanente è contenuto in Ridi Paiasso Reload, versione del precedente album Ridi Paiasso!, totalmente rinnovata e con una nuova veste grafica, disponibile in CD, LP e Download.

Produzione artistica Paolo Baldini. Prodotto da Luciano “Fricchetti” Trevisan & Marco Rossi.

Un video di Adolfo Zilli
Girato nella Bisca della Ghenga Fuoriposto (Marghera)
Riprese Massimiliano De Lazzari
Ringraziamenti Elisa Cargnel, Annalisa Cester, Victor Tanue Abongwa
Una produzione Ossigeno Srl / Azzurra Music Srl


Biografia

La storia di Sir Oliver Skardy, al secolo Gaetano Scardicchio, nato a Venezia il 14 giugno 1959 del segno dei gemelli è stata, nell’arco degli ultimi vent’anni abbondanti, indissolubilmente legata a quella della più popolare reggae band italiana, i Pitura Freska.

La popolarità di Sanremo, unita alla travolgente schiettezza comunicativa di Skardy ne hanno fatto, a volte suo malgrado, un personaggio che incontra le simpatie di un pubblico estremamente trasversale: considerato di volta in volta come il “sindaco” della Marghera in via di riscatto, l’alfiere della legalizzazione della marijuana, il portavoce dei musicisti trascurati dai mass media per mancanza di sex appeal, l’esponente di spicco del movimento musicale veneziano, Skardy rappresenta per tutti l’anima “popolare” di una canzone italiana legata alle periferie, alla voglia di riscatto e di pace sociale.

Dalle cantine di Marghera dove comincia a suonare la chitarra con il “mitico” amico Ciuke, passando per “l’illuminazione” sulla via di San Siro, dove Marley gli indica la via del reggae (da lui declinato in veneziano), fino all’incontro con i “veneziani” (Valerio Silvestri, Marco Forieri e Cristiano Verardo) che con Francesco Duse daranno la forma definitiva ai Pitura Freska che tanti successi hanno raccolto, la storia di Sir Oliver Skardy è quella semplice di una passione per la musica prima, per il reggae in particolare poi, coniugata con l’espressione spontanea e coinvolgente dei suoi testi che hanno permesso a migliaia di fan di appassionarsi e sentirsi partecipi delle “storie” di ordinaria quotidianità raccontate con il disincanto e la comicità, spesso, di un autore di razza.

Skardy, è stato l’anima del gruppo; con la sua trascinante forza comunicativa ha fatto dei Pitura Freska la band più importante della scena musicale veneta con una popolarità che è andata al di là dell’estrazione sociale, dei gusti musicali e della generazione d’appartenenza. Poiché è inimmaginabile che sia stato il reggae ad abbattere queste barriere, il vero motivo va ricercato nella capacità compositiva dei testi di Skardy che sa comunicare attraverso i suoi testi, in dialetto veneziano ed in italiano, la sua personalità, parlando in modo schietto del suo modo di vedere la politica, l’amore, i fatti di cronaca e l’attualità, il tutto condito da espressioni di sincera “rabbia popolare” e una notevole dose di autoironia e gusto musicale.
Il successo, nato a livello locale negli anni ‘80, si è poi espanso nel resto dell’Italia tanto che a tutt’oggi i quattro album del gruppo hanno venduto oltre 500.000 copie conquistando due dischi di platino e due dischi d’oro.

La straordinaria vena compositiva di Skardy ha prodotto alcuni fra i brani che fanno ormai parte della storia della musica italiana, come lo straordinario affresco sui Pink Floyd a Venezia Pin Floi, o l’inno di un’intera città prima, e del movimento antiproibizionista poi, Marghera; un altro hit Picinin, il fumetto in musica di La pianta e Le sorti de un pianeta che diventerà, molti anni dopo testimonial di una campagna di Emergency. Per tornare alla battaglia per la legalizzazione con Olanda ed arrivare al ritornello che è stato sulla bocca di “grandi e piccini” Papa nero.

Nell’arco della sua carriera con i Pitura Freska ha firmato molti album: Na bruta banda (1991), straordinario successo schiettamente reggae; Duri i banchi (1993), ricco di ritmi e sapori di tutto il mondo; Yeah (1995), a segnare il ritorno al reggae del primo album con un’aumentata capacità compositiva e il “fratello” Yeah in dub (1996) con la sua rivisitazione in chiave Dub e la produzione di Peter Mash degli Aswad; Gran calma (1997), l’album della consacrazione con il Festival di Sanremo. Da aggiungere anche Piatti roventi (1999 alma music / Lion), disco risultato del progetto I Piatti Roventi il Sound System dei Pitura Freska, rilettura in chiave dance dei successi del gruppo e l’atteso doppio album dal vivo Olive Vol. 1 & 2 (1998) che offre la testimonianza dell’energia e la trascinante carica che il gruppo riesce ad esprimere on stage che hanno decretato il successo dei loro concerti sui palcoscenici della penisola.

Come in molti matrimoni, però, la vita in comune nei Pitura Freska nel corso degli anni comincia ad andare stretta. Molti progetti individuali cominciano a prendere forma, Skardy in particolare è da sempre attratto verso nuove strade e collaborazioni, che l’hanno già visto “duettare” con Elio e le storie tese o Raul Casadei e la sua Orchestra Italiana, recitare con Anna Galiena, Alessandro Haber e Roberto Citran nel film di Maurizio Zaccaro Cervellini fritti impanati o esordire con un singolo da solista President Buana (2001 alma music) realizzato in collaborazione con Mauro Ferrucci (dj e produttore di Moony e Db Boulevard).

Ma anche queste attività “parallele” non bastano, Skardy ha bisogno di più spazio e così, alla fine del 2002, viene deciso lo scioglimento del gruppo: i Pitura Freska non esistono più! Passano dalla cronaca alla storia della musica, e Skardy ne raccoglie con diritto l’eredità tornando a vestire i panni di Sir Oliver Skardy (“nome d’arte” con cui Skardy teneva una sua personalissima cronaca della Mostra del Cinema di Venezia sulle colonne de Il Gazzettino) iniziando un nuovo percorso.

Dopo le prime anticipazioni live, che lo vedono partecipare alle più importanti kermesse musicali nazionali come Arezzo Wave nel 2003, il “controfestival” Mantova Musica Festival e il Rototom Sunsplash nel 2004, Sir Oliver Skardy si dedica alla preparazione di un nuovo disco destinato a proporre una nuova svolta musicale per il “poeta di Marghera”.

Il disco si chiama Grande bidello (2004 alma music) e vede la produzione artistica di Leonardo di Angilla e Gianluca Ballarin (di li a poco entrati rispettivamente nella band di Tiziano Ferro e Jovanotti e di Elisa). Nel cd Sir Oliver Skardy propone nuovi temi a supportare la sua innata capacità di saper dire in poche schiette frasi quello che noi tutti vorremmo saper dire, con la semplicità e naturalezza che lo contraddistinguono e con quella incisività ed efficacia che gli hanno sempre permesso di arrivare dritto al cuore della gente.
Canzoni come Bideo, autobiografica invettiva contro l’istituzione scolastica, Nord Est, terra natia diventata far west e governata da sindaci “sceriffi”,  Super skank selezionata per il Festival di Sanremo e poi rifiutata (pare per l’assonanza del titolo con un particolare tipo di droga leggera, super skunk) e Ah mi no so miga sa, nuovo manifesto antiproibizionista, diventano in poco tempo pietre miliari della sua nuova carriera da solista.

Nel 2006 nasce con Fahrenheit 451 meets Skardy la collaborazione tra Sir Oliver Skardy e i Fahrenheit 451. Lo show era suddiviso in due parti in cui il gruppo ska veneziano presentava il proprio repertorio prima di offrirsi come backing band per il live del principe del reggae. Il sodalizio si è rafforzato nel tempo attraverso una fortunata serie di concerti ed è sfociato nella realizzazione del progetto Destra Sinistra (2008 alma music), singolo accompagnato da un videoclip, basato sull’attualizzazione musicale e contenutistica del brano di Giorgio Gaber. Si è trattato in realtà di un doppio tributo/rivisitazione: il video infatti riprende e personalizza un altro “classico”, antesignano degli attuali videoclip, ovvero Subterranean Homesick Blues di Bob Dylan.

La stessa versione di Destra Sinistra farà parte dell’album Piragna (2010 alma music) che coronerà la relazione artistica fra Sir Oliver Skardy & Fahrenheit 451.
L’album, con in copertina una vignetta di Vauro Senesi, abbandona le venature di pop e rock che hanno caratterizzato le precedenti produzioni di Sir Oliver Skardy e si immerge nel reggae di prima maniera, grazie anche al missaggio di Paolo Baldini (coproduttore e bassista degli Africa Unite e produttore Mellow Mood). Ad anticipare l’uscita dell’album il singolo tormentone Fame un spritz accompagnato da un fortunato videoclip.

A dicembre 2011 esce Piragna in Dub (2011 alma music)  la versione dub “riveduta e corretta” da Paolo Baldini, dell’album, con un’originalissima versione di un brano della tradizione popolare veneziana Sarde in sàor.

Ad anticipare il nuovo disco e ad accompagnare il tour estivo del 2012 viene pubblicato per il digital download il tormentone ragga Mamba nero (2012 alma music). Nel videoclip Sir Oliver Skardy ha al suo servizio quattro avvenenti fanciulle che, con acqua, sapone, spugne e la loro prorompente bellezza, fanno risplendere le automobili che passano dal suo improbabile “rasta car wash”. Un via vai di personaggi particolari che rappresentano lo spaccato di quella “italietta” sbeffeggiata nella canzone. Nel finale un’inaspettata sorpresa lo aspetta al varco…

In uscita il 23 aprile del 2013 l’ultima fatica Ridi Paiasso! (2013 Planet Records – alma music) … ma questo è una nuova storia …

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